mercoledì 29 giugno 2011

Recensione "Il figlio del vampiro"




Si sa, essere adolescenti al giorno d'oggi non è un'impresa facile e per Vladimir Tod lo è ancora meno, vista la sua doppia natura.
Chi è veramente Vlad? Un ragazzino di tredici anni, alto, magrolino, capelli scuri e pelle chiarissima che si veste quasi sempre di nero; da anni innamorato di Meredith, la sua compagna di scuola che non lo degna di uno sguardo. Ha per amico Henry, un ragazzo solare e molto carino che lo sostiene sempre e lo difende da Tom e Bill, i due bulli della scuola che lo prendono costantemente in giro, dandogli il tormento.
Ah, dimenticavo di dirvi una cosa importante: Vladimir è un vampiro. Già, ma non quelli di cui si legge nei libri di Stoker, lui non dissangua la gente, tanto meno le belle ragazze, da cui anzi, si tiene timorosamente alla larga. Lui si nutre del sangue che sua zia Nelly -infermiera- gli procura giornalmente dall'ospedale, anche se non disdegna accompagnarlo con una buona dose di biscotti al cioccolato: i suoi preferiti!







La vita di Vlad è segnata da tragici avvenimenti, primo fra tutti la morte dei suoi genitori, bruciati nella loro stessa casa per un fatale incidente domestico, o almeno, questo è ciò che tutti credono, ma non Vladimir, il quale sente che oltre all'apparenza dei fatti c'è di più.
Sono passati ormai tre anni dalla loro morte, eppure lui ancora non riesce a rassegnarsi. La figura di suo padre Tomas -divenuto il suo eroe per aver rinunciato alla sua vita da vampiro per amore di sua madre, una semplice mortale- viene rimessa in discussione quando, per caso, il ragazzo trova uno strano diario appartenuto al padre e che pare nascondere un grande segreto, segreto a cui sembra particolarmente interessato il nuovo professore, il signor Otis, arrivato a scuola all'improvviso dopo la "strana sparizione" del precedente insegnante, di cui non si hanno più notizie.
Vlad sente di essere in pericolo, controllato forse dalle stesse persone che, a questo punto, è sicuro abbiano ucciso la sua famiglia. Non può permettersi di abbassare la guardia... nulla è più come appare.


Leggi l'estratto

http://www.vladtod.com/ Il sito ufficiale di Vladimir Tod






Il mio commento

"Il figlio del vampiro" è un urban fantasy dai toni adolescenziali, ma che appassiona e coinvolge lettori di ogni età. Un gradevole umorismo ci accompagna per gran parte del romanzo alleggerendo anche i momenti più drammatici, raccontati dall'autrice con uno stile narrativo molto fluido e semplice, e regalandoci così una lettura non troppo impegnativa.
Il protagonista, Vladimir, rappresenta la figura del classico adolescente impacciato che non si sente all'altezza dei suoi coetanei, sottolineando le problematiche del mondo giovanile, quali il bullismo. Un bruco che ancora non sa di poter diventare farfalla, e che sotto la sua apparente fragilità nasconde un misterioso e inconsapevole potenziale. Una storia drammatica raccontata con leggerezza e spirito, grazie all'animo fresco e spontaneo del protagonista, che strada facendo compirà il suo destino.

lunedì 27 giugno 2011

"La figura di cera" di Riccardo D'Anna





"Una mano ossuta emerse fulminea da un mantello scuro

che si confondeva col buio circostante,
lo afferrò saldamente per un polso.
Jean comprese che ogni tentativo di divincolarsi
o di sfuggire 
al dominio di quella creatura sarebbe stato vano:
gli occhi sembravano dilatarsi progressivamente e bruciavano dentro i suoi,

mentre una sensazione di gelo, penetratagli dalla nuca, si diffondeva in tutte le ossa.

Tentò di urlare, ma dalla bocca spalancata non venne fuori alcun suono.


Un alito mortifero di fiori marci e terra umida lo investì, nauseandolo,
Centrafino a fargli quasi perdere i sensi.
Poi non sentì più nulla,

come se il corpo gli fosse improvvisamente divenuto un'entità disincarnata.
C'era solo il sangue, che pulsava a rapide ondate nei globi oculari.
"





Londra, inverno 1958. L’attenzione dell’ispettore Tyrrel viene attirata da una serie impressionante di suicidi che stanno sconvolgendo la città. L’uomo, convinto che i suicidi siano in realtà omicidi perpetrati da forze occulte particolarmente potenti e in qualche modo legate all’assassinio, avvenuto qualche mese prima presso il Lancaster College di Cambridge, di una giovane coppia, decide si scavare più a fondo nella vicenda. Per farlo si avvale dell’aiuto di un gruppo di valorosi e intraprendenti intellettuali, decisi a svelare il mistero della famigerata “statua di cera”, il calco pressoché perfetto della marchesa Lucrezia D’Ateleta di Montevago, nobildonna caduta in disgrazia e poi morta in un appartamento londinese.




Secondo la leggenda, infatti, l’affascinante ma perversa marchesa, amante di Gabriele D’Annunzio e appassionata di scienze occulte, attingerebbe dal suo simulacro una forza capace di regalarle nuova vita dopo la morte.


Vede, signor Honeydew, se le mie supposizioni sono esatte ho ragione di credere che non soltanto noi, ma l’intera città di Londra e forse l’Inghilterra stessa possano essere in pericolo. Finora, per nostra fortuna, non abbiamo ricevuto avvisaglie, ma se il morbo cominciasse a diffondersi, a propagarsi…”


I protagonisti, dopo una veloce sortita in una Venezia travolta dal carnevale e dall’acqua alta, dove incontreranno Peggy Guggenheim, proseguiranno il loro viaggio verso la Berlino post-bellica, divisa e più che mai straziata dalle atrocità che vi hanno avuto luogo appena un decennio prima. Proprio qui i nostri eroi correranno i pericoli maggiori: scopriranno, infatti, che nella capitale tedesca ancora sopravvivono e fanno proseliti quelle società segrete che costituirono la base occulta dell’ideologia nazista…

A detta dello stesso autore, “La figura di cera” è un omaggio al più famoso “Il morso sul collo” di Simon Raven, pubblicato prima da Longanesi e poi, nel 2009, da Gargoyle; da una parte vuol essere una sorta di sequel, dall’altra elabora in maniera assolutamente originale e innovativa elementi classici come il vampirismo e lo spiritismo.



L’autore

Riccardo D’Anna è nato nel 1962 a Roma, dove vive e lavora.
 Saggista e scrittore, ha pubblicato “Una stagione di fede assoluta” (PeQuod, 2006) e “Saint-Ex” (Avagliano, 2008), ipotesi fantasiosa sugli ultimi giorni di vita di Antoine de Saint-Exupéry. Ha collaborato con la rivista “Nuovi Argomenti”, con interventi critici, testi poetici e altro.



Il commento di Rossella


La figura di cera” di Riccardo D’Anna non è un horror classico, bensì una miscela di generi diversi – gotico, noir, giallo classico e storico – perfettamente fusi in una trama ricca di colpi di scena, non sempre perfettamente comprensibile ma di sicuro effetto. "La figura di cera" è una sorta di omaggio all’horror classico, elemento tipico e simbolico di un genere che in questo romanzo viene trasfigurato in maniera letteraria, estremamente raffinata e curata. Tuttavia questo genere di scrittura e i numerosi riferimenti letterari, risultano spesso inaccessibili per un lettore non dotato di una cultura medio-alta, anche per via della prosa elegante e ricercata, densa di significati non sempre immediatamente comprensibili.

Il maggior pregio di questo romanzo sta nella sua assoluta originalità e nel coraggio di osare, di mescolare generi letterari diversi giocando consapevolmente con un effetto sorpresa che a volte riesce a volte no; il lettore, in ogni caso, si trova spesso spiazzato perché gli eventi non prendono quasi mai la piega che egli si aspetterebbe, dal momento che, essendo difficilmente inquadrabile in un solo genere, “La figura di cera” riesce a sfuggire abilmente a tutti gli inflazionati “cliché” letterari.

Riccardo D’Anna è un vero maestro nelle descrizioni: la sua prosa, fortemente evocativa, riesce a creare atmosfere particolari e inquietanti, che catturano il lettore forse più degli eventi narrati. Soprattutto in alcuni punti, infatti, la narrazione lascia un po’ a desiderare, divenendo ostica e poco comprensibile; un peccato, perché gli ingredienti per creare suspance e brividi non mancano, così come la trama originale, che riesce a inserire un elemento abusato come il vampirismo elaborandolo in maniera nuova e accattivante.