giovedì 3 febbraio 2011

Scrivere che passione... nuovamente insieme!

Eccoci con il secondo appuntamento dell'iniziativa Scrivere che passione! Dopo aver ospitato Morgana ora è il turno di un'altra amica del Literay Cafè, che forse molti di voi già hanno sentito nominare, in quanto ha da poco pubblicato con Linee Infinite Editore, un suo romanzo urban fantasy dal titolo Scarn-La nuova era dei vampiri-, sto parlando di Alexia Bianchini con cui faremo presto una bella chiaccherata! Ma ora gustatevi questo suo lavoro, che a me personalmente è piaciuto moltissimo...



CICLICA FOLLIA


Richiamata dagli inferi, risalgo la superficie con rabbia. La mia furia rimbomba, scandendo il ritmo del tempo. Dal mio riposo son stata disturbata, con insulse richieste di miserabili mortali.

Vorrà dire che assaporeranno la mia ira, prima ancora di farli parlare. Io non sopporto il risveglio, io adoro cullarmi nell’oscurità.

Nel mantello di tenebra celo all’audace il mio passaggio, al generoso la mia voce, al giusto i miei occhi di polvere capaci di trasportarti al di là del tempo, attraverso il dolore. Anelo il vile, il ruffiano, il meschino, l’abbietto, l’ignobile, l’infame, il malvagio, l’insoddisfatto, il codardo, e il mondo ne è pieno. Ma nella mia furia cadono vittime innocenti, di cui rimpiango gli sguardi.

Io sono Follia, la signora delle tenebre, e le anime abiette, desiderose di adrenalina versano lacrime di insofferenza sul mio corpo, che assorbendole scatenano il delirio.

Quale recondito motivo vi spinge a desiderare il possesso, in modo così viscerale da provocare il male altrui? Io non ho nulla, eppure sono tutto ciò che desidero!

Perché il bisogno di prevaricare, trucidando i vostri simili, è così insito in voi? Siete davvero convinti di poter dominare il mondo, quando invece siete solo un soffio nel vento!

Ma perché voi mortali vi disperate nella noia, non riuscendo ad assaporare il piacere del silenzio? Io godo del nulla che circonda la mia esistenza, amo camminare su deserti sconfinati. Invece voi ne risentite talmente da perdervi nella Follia, invocando il mio nome maledetto, non immaginando quali forze si scateneranno al mio arrivo.

I vostri desideri distorti, la vostra sete di vendetta, il desiderio del male che vi assilla, mi provocano un dolore che voi poveri umani non potete nemmeno immaginare, ed è per questo che se vengo richiamata grazie a riti antichi che ho cercato invano di distruggere, si attua in me la ribellione; perché dopo che il dolore attraversa la mia carne, si scatena in me la fame, ed io mi nutro di paure.

Può sembrare che io mi presti alle vostre richieste, ma è il mio gioco sadico per intrappolarvi. Attraverso gli incubi faccio breccia nelle vostre menti, e più le grida si odono al mio passaggio, più la smania si solleva, ed inizia così la mia danza mortale, mentre l’eccitazione pervade.

Non c’è rimedio e nulla mi può fermare, se non la serenità, unica arma per scacciarmi da questa terra. Ma è cosa assai rara, visto il vostro innato egoismo e la poca voglia di collaborazione.

Nulla muta su questo suolo millenario, c’è sempre la guerra che alimenta le ansie; e la cattiveria, abbracciata all’ignoranza, mi preparano il terreno per ogni mio obbligato sopraluogo.

Scateno le forze del male, trafiggendo i vostri cuori puri, facendoli divenire neri, come l’oscurità che vi avviluppa; mi cibo di fobie, facendo versare il sangue che nutre le profondità in cui tornerò una volta sedata la mia fame malsana.

Corpi straziati, sventrati da lame taglienti, innocenti stuprati di ogni dignità sono il manto su cui poggerò i miei zoccoli, e mi divertirò a spargere le vostre interiora, ricoprendo ogni inutile speranza.

Quanti di voi godranno del mio passaggio? E saliranno su troni tempestati di teschi, approfittando della mia venuta, per poi cadere!

Eppure vi è sempre qualcuno che solleva la testa, sfidando la mia ira. Un cuore così puro da lasciarmi senza fiato, capace di ammaliarmi con la sua voce. Ed io mi lascio cullare, mentre egli placa la mia fame, stimolando l’uomo a ricostruire, falciando la paura con le sue idee di pace.

Sospirando estasiata da cotanta purezza d’animo io mi abbandono al sonno, sprofondando nell’abisso, ritornando al buio eterno.

Ora però sono tornata, e dal più alto picco del caos, rilascerò le mie vesti. Le mie immense ali nere si spalancheranno riempiendo i cieli, e spiccherò il volo, che porterà disgrazie e lutti, ma che placherà i miei istinti e vi desterà da questo sonno catartico, risvegliando le vostre coscienze, spronandovi ad un nuovo inizio.

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