martedì 14 giugno 2011

"Made in Italy" con Maurizio Temporin...











"Era pieno Agosto,
eppure iniziò a nevicare.
Una neve che non si era mai vista
una neve nera.
Coprì la città di un manto scuro
proprio mentre io facevo i primi respiri nel mondo
fra le braccia di mia madre. (...)
La stampa disse che si trattava di un effetto secondario
dovuto ai fumi della fabbrica chimica andata a fuoco.
Adesso so cos'era quel nevischio d'inchiostro,
era il più fosco dei presagi."






Thara ha diciassette anni, lunghi capelli neri e occhi violacei. Soffre di narcolessia, cadendo in sonno improvviso a cui non riesce a trovare cura. Per questa sua particolarità, Thara non ha amici, fuorchè Christine, un cuore tenero dall'aspetto dark e Leonard, tipo dai vestiti sempre troppo larghi, scarpe slacciate e felpa con cappuccio, che non si preoccupa del giudizio degli altri; fan di "Guerre stellari", condivide con le due ragazze la passione per i film horror.






La vita di Thara cambia nel momento in cui, un giorno, tornando a casa, i tre ragazzi si ritrovano davanti a una villetta dipinta di bianco con un meraviglioso giardino pieno di splendidi Iris viola.







Thara ne rimane affascinata e non riuscendo a resistere alla tentazione, si avvicina all'abitazione con l'intento di cogliere un fiore. Lì avvolta da quel profumo intenso, perde i sensi, ritrovandosi a vivere quella che sembra essere una terribile allucinazione: si risveglia in mondo fatto di cenere.

Ma il Cinerarium è davvero frutto di una visione?
Esiste davvero?


"Sembrava un'allucinazione.
Davanti a me c'era un deserto,
un deserto grigio.
E sopra...
Sì, sopra di me, un cielo bianco. (...)
Assomigliava alla sabbia.
Ma più leggera. (...)
Sembrava proprio cenere."


L'incontro con Charles -proprietario del meraviglioso giardino in cui viene ritrovata Thara addormentata- la porterà a scoprire cose su suo padre che mai avrebbe potuto immaginare.

Ma perché sua madre la vuole allontanare da lui?
Da cosa la vuole proteggere?


Thara capisce che gli Iris sono la chiave di tutto, la chiave che le permette di accedere a un'altra dimensione. Chissà che questi fiori e il Cinerarium non svelino il mistero di questa sua "malattia"? Sarà proprio durante uno di questi suoi viaggi che la ragazza incontrerà il misterioso Nate.






"Era stupendo. D'una bellezza disarmante.
Aveva un viso fine, dai lineamenti sfuggenti.
Cercò di sorridermi, e due piccole fossette gli si formarono ai lati delle labbra.
I capelli neri gli ricadevano appena sugli occhi
e la pelle, chiara, quasi bianca,
lo faceva sembrare un angelo.
Un angelo suscettibile e arrogante."



Intanto la città è scossa dai continui incendi dolosi provocati da un piromane che si mostra come un uomo dai lunghi capelli neri dalle ciocche rosso vivo.






Chi è questo fantomatico personaggio?
E perché risparmia la vita proprio a Thara,
il giorno in cui appicca un terribile incendio alla scuola della ragazza?
Sembra volere qualcosa da lei... ma cosa?




Il mio giudizio

Maurizio Temporin ci catapulta in un mondo bidimensionale, in cui la protagonista Thara, viaggia, attraverso lo stato di incoscienza causato dal profumo degli Iris. Un urban fantasy Young Adult che si discosta dagli stereotipi ormai conosciuti sui vampiri, ma che ci offre una storia interessante e apprezzabile anche da un pubblico di lettori più adulti.
Il personaggio di Thara rappresenta senza alcun dubbio il disagio giovanile del sentirsi diversi in una società apparentemente "normale", con la conseguenza di essere esclusa e derisa dai suoi coetanei.
Uno stile pulito quello di Maurizio, che rende la lettura scorrevole e incalzante. I personaggi sono ben strutturati. Intrigante il personaggio di Nate, anche se in questo libro ancora piuttosto astratto, ma che sicuramente avremo modo di scoprire e apprezzare nel prossimo romanzo della serie.
Un romanzo che merita di essere letto e "visto" non solo per la storia già di per sé ricca e ben sviluppata, ma anche per la cura data dalla casa editrice alle pagine, decorate a lato, e alla bellissima copertina in rilievo leggermente brillante.



L'intervista


Ciao Maurizio, sono felice di averti qui con noi al Literary Cafè questo pomeriggio.

-Aspetta a dirlo. Non sono uno dei buoni.

Leggo di te che oltre a essere uno scrittore, sei anche sceneggiatore e illustratore. Un vero artista! Da dove nasce questa tua grande passione per l'arte in generale?

-No. Non sono uno scrittore, non sono uno sceneggiatore e non sono un illustratore. Meno che mai un artista. Non mi piacciono i ruoli. Sono pericolosi, come la convivenza e le religioni. Sono una persona che fa delle cose. Ecco. E no, non ho passione nei confronti delle cose che faccio, sono parte di me, sarebbe una sorta di perversione altrimenti (Niente contro le perversioni) scrivere, disegnare o cucinare… prendere un caffe con gli amici. E’ tutto la stessa cosa, è fisiologia del carattere. Bellissimo e inutile.

Il tuo primo romanzo “Tutti i colori del buio” prequel di “Iris fiori di cenere”, è stato scritto da te a quindici anni. Dov'è nata in così giovane età l'ispirazione per scrivere questa serie?

-Ero un ragazzino depresso e emarginato. Mi tenevo impegnato. Cosa vuoi che ti risponda Gloria… Leggevo Bradbury e mi chiedevo se anche io potevo fare qualcosa di almeno lontanamente simile. Quando si è così piccoli e si è ossessionati dall’idea della morte si cerca qualsiasi strada per l’immortalità. Poi se sei fortunato capisci che non ha importanza e te la godi. Potrei anche smettere di scrivere sotto questo punto di vista. Ma scrivere mi diverte.

Parliamo di “Iris fiori di cenere”. Interessante il personaggio di Kolor, il nocturno, padre di Thara, una versione rivista di ciò che è la figura comune del vampiro. Bello il confine sottile tra i due mondi, quello reale e quello del Cinerarium “una tomba di cenere”. Parlando dei personaggi, tra tutti, in quale ti sei riconosciuto di più? E di quale invece ti è risultato più “difficile” scrivere?

-Probabilmente, se non avessi questo insensato e sfrenato rispetto per la vita e la libertà altrui, sarei Ludkar già da parecchio tempo. Nate è stato il più difficile da recitare sulla carta. E’ molto ingenuo ed ero sempre tentato di dargli uno spessore maggiore, ma avrebbe sbilanciato il rapporto con Thara in modo eccessivo. Insomma, è lei la principessa azzurra, o viola, questa volta.

Immagino che sia naturale per un ragazzino di quindici anni scrivere fantasy, ma oggi alla luce di ciò che hai scritto finora e che scriverai in futuro, pensi che continuerai su questa strada oppure hai intenzione di orientarti verso altri generi?

-Veramente non ho mai scritto Fantasy in vita mia. Non come si intende il termine in Italia. Non condivido la classificazione in generi esattamente come non condivido i ruoli. Le mie storie, i miei mondi, hanno delle regole che possono coincidere con quelle della realtà o no. In ogni caso do sempre una spiegazione logica, quindi di fantastico non c’è nulla, diciamo che sono probabilistici, nemmeno fantascientifici. Propongo ai miei lettori un “e se…”

So che stai lavorando al seguito di “Iris fiori di cenere”. Puoi darci qualche anticipazione in merito?

-Sì, posso anche raccontarvelo tutto, ma il mio editore probabilmente manderebbe dei sicari. Si intitolerà “I sogni dei morti” e avrà un sentore di sangue secco e di ruggine… Sarà un romanzo sotterraneo, scenderemo nelle profondità della terra e nelle profondità dei personaggi.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro e come ti vedi tra una decina di anni?

-Penso che già fra un anno la maggior parte di noi smetterà di concepire il tempo in modo lineare. Non ho idea di come sarà vivere nella quinta dimensione, ma confido nell’aiuto degli altri esseri galattici. Oppure sarò al lato di una strada con scimmia e organetto.

Maurizio grazie infinite della tua partecipazione alla mia rubrica Made in Italy. E' stato per me un vero piacere averti qui come mio ospite. Spero tornerai presto a trovarci.

Gloria

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