Un artista?
Un eccellente chirurgo estetico
o semplicemente un folle,
preda della sua stessa smania di apparire,
oltrepassando, attraverso l'Arte Carnale,
i limiti dell'impossibile
rendendoli possibili?
Oscilla tra defigurazione e rifigurazione.
Si incide nella carne poiché la nostra epoca comincia a darcene la possibilità.
Il corpo diventa, un ready-made modificato,
dato che il ready-made ideale da firmare non esiste più."
Opera 3: Evidence
Opera 4: (Mira) Me, en la oscuridad
Opera 5: Extracorporeal Activity
il seno abbondante e sodo.
Non voglio più le sue gambe,
le sue gambe tanto lunghe e forti
che adesso sanno stringere
solo fianchi sudati e corrotti."
Ciao David, sono felice di essere qui con te nel salotto del mio Literary Cafè. Amo chiaccherare con i miei ospiti offrendo loro una bella tazza di caffè caldo accompagnata magari da una buona fetta di torta. Cosa ne dici di addolcirci il palato?
-Grazie a te per l'invito e per la cortesissima ospitalità. Assaggerò volentieri la torta!
Pronto il caffé e tagliata la torta... possiamo iniziare la nostra intervista. Raccontaci qualcosa di te: chi è David Riva?
-A tutti gli effetti, è quello che sto cercando di scoprire. Sto raccogliendo indizi: so che ha 39 anni, vive in Alta Brianza con la moglie e i due figli, e ha un sacco di interessi. Tra questi c'è la letteratura, che spesso trova declinazione scritta, ma solo se la storia "vale la pena di essere raccontata". Quest'ultimo pensiero, lungi dall'essere farina del mio sacco, è uno dei motti entro i quali si muove Edizioni XII, casa editrice con la quale ho l'onore di collaborare da un paio di anni, e che mi ha dato la possibilità di vedere pubblicato il mio primo racconto, sulla raccolta Archetipi, e in seguito Opera sei, il mio primo romanzo.
Com'è nata in te questa passione per la scrittura?
-Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che adora i libri, e di ereditare una curiosità vorace. Soldi no, ma curiosità questa sì, a sacchi. Allora, come spesso accade quando si apprende una materia, quando si partecipa a un'arte anche in modo profano, ma spontaneo e appassionato, viene voglia di sperimentare, costruire, ri-costruire. Cosa fai se hai dei mattoncini? Ti può venire un'idea su come disporli, no? Beh, a me succede così, mi viene proprio da costruirci qualcosa. Con tutto il rispetto possibile per ciò che maneggio. Perciò, nello stesso modo, se le storie vengono, mi viene naturale raccontarle.
Oltre alla tua professione infermieristica, leggo che hai diversi interessi tra cui il canto lirico e polifonico, sia classico che contemporaneo. Come riesci a conciliare tutti questi tuoi interessi con la scrittura?
-Ho una moglie molto paziente. A parte la battuta (sacrosanta verità, peraltro), ho imparato che lottare contro il tempo è quasi inutile -come avrai capito non ci ho ancora rinunciato del tutto-. Quindi cerco di ottimizzare le giornate, di norma molto intense. Lavorando con una turnazione abbastanza regolare, quello che i miei colleghi chiamano comunemente "riposo" per me è "giorno da dedicare agli affetti, alle passioni, allo studio". Chiaro, ogni tanto anch'io riposo: per esempio pratico ciclismo che-per-ora-è-non-agonistico e il trekking alpinistico.
No, dài, in realtà intendo dire che per il relax mi riservo momenti in famiglia, nei quali posso far fare i compiti, accompagnare a danza, giocare con i bambini all'aria aperta, uscire per i concerti... Ehm... queste cose valgono come riposo, vero?La domanda sarà scontata, ma mi incuriosisce molto sapere da dove hai tratto ispirazione per la stesura di “Opera sei”, questo tuo romanzo d'esordio.
-Durante la raccolta del materiale, necessario a dare fondamento contenutistico al romanzo, ho incontrato le correnti artistiche della Body Art, in espressioni come Arte Carnale e Body Modification. Osservare con occhio interessato la profusione di forme che l'arte contemporanea ha espresso, soprattutto ai suoi esordi, è a mio parere deflagrante. C'era, e per molti versi c'è ancora nell'uomo moderno, una volontà integerrima di rovesciare schemi, introdurre nuovi paradigmi, superare limiti. Ecco. Superare i limiti: umani, etici, estetici. Può non ispirare una simile traccia? Sono esistiti artisti che hanno operato sul proprio corpo le più sconvolgenti messe in opera. Nessuno che io sappia, però, lo ha mai fatto su qualcun altro. Hao Myung, uno dei protagonisti di Opera sei, lo ha semplicemente fatto. E i limiti umani, adesso, sono stati spinti un po' più in là.
Visto l'argomento trattato nel tuo libro, mi viene naturale chiederti cosa ne pensi della chirurgia estetica e del business che ne arricchisce il mercato.
-Anticipo che Opera sei è un libro che può far sorgere molte domande, a un lettore che non si soffermi solo sulla storia. Svolgo da molti anni una professione in campo sanitario, ho visto cose che voi umani blablabla. Hai nominato, con incisivo acume analitico, due aspetti controversi che in Opera sei vengono sviscerati (a volte nel vero senso della parola): la chirurgia estetica dovrebbe, per sua stessa etimologia, "rendere più bello" qualcosa, ed è evidente che non sempre è così. Ma l'etica medica (e umana) dovrebbe vigilare su quei limiti a cui accennavo prima, ed è per questo che ho utilizzato letterariamente l'unica forza che l'uomo ha a disposizione per procedere oltre se stesso: l'Arte.
"Opera sei" è un romanzo autoconclusivo. Quali sono quindi i tuoi progetti editoriali futuri?
-Come saprai, è da poco stato dato alle stampe Carnevale, per la collana Camera Oscura di Edizioni XII, una densissima raccolta di racconti ambientati a Venezia, di cui sono co-autore e co-curatore (tutti questi "co" significano che con me ha curato l'edizione Daniele Bonfanti, e che insieme a me hanno scritto tostissimi autori italiani - e anche un autore americano pubblicato in Italia da Gargoyle Books, Michael Laimo). Dopo la pubblicazione di Opera sei, mi è stato chiesto di partecipare alle attività di Edizioni XII, e puoi capire l'emozione e l'entusiasmo nel poter partecipare a un progetto di simili proporzioni e ambizioni: veder nascere da vicino libri come I vermi conquistatori di Brian Keene, il prossimo Malapunta di Morgan Perdinka, La clessidra d'avorio di Cassia e Sampietro, solo per citarne alcuni, oltre a rappresentare un privilegio, è anche un continuo motivo d'apprendimento, una fonte senza termine di soddisfazione e motivazione.
Da un punto di vista più personale, ho da poco concluso la stesura di un romanzo, un thriller esoterico, scritto a quattro mani con Daniele Bonfanti, e sto partecipando a un progetto ultrasegreto riguardante I vermi conquistatori di cui ancora non posso dire nulla (e a dire il vero non so nemmeno se posso dire che esiste questo progetto). Infine, sto scrivendo un'altra storia che, a mio personalissimo giudizio, vale davvero la pena di essere raccontata. Anche perché rivela, finalmente, come funziona il mondo.
Grazie David per essere stato con noi oggi. E' stato davvero un piacere averti qui e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti editoriali e personali.
-Grazie a te per le preziose domande, e a chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui le risposte. Arrivederci a presto, e buona continuazione!
Nessun commento:
Posta un commento