martedì 25 ottobre 2011

Recensione "Grida per me" di Karen Rose


"Nessuno è capace di ritrarre la mente distorta di un serial killer meglio di Karen Rose. L’abilità con la quale intreccia la suspense e l’esattezza delle procedure poliziesche, la rende unica nel suo genere. Il vero trucco, però, è la capacità di creare dei personaggi straordinari, ed è esattamente il caso di questo romanzo che vi farà tremare dalla paura."

-Romantic Times-

Un thriller che si legge con l’acceleratore pigiato dalla prima all’ultima pagina. Karen Rose dipinge dei personaggi in carne e ossa, portandoli alla luce con gesti e parole vivissimi.”

-Publishers Weekly-

Intenso, complesso e indimenticabile dalla prima all’ultima pagina.”

-James Patterson-


Grida per me” dell’apprezzatissima scrittrice americana Karen Rose, è il secondo volume di una trilogia di successo che prende il nome da uno dei protagonisti, Daniel Vartanian, che riveste un ruolo di primo piano in tutti e tre i romanzi.

La trilogia Daniel Vartanian è così composta:

Muori per me, LeggereEditore 2010 (titolo originale Die for me)

Grida per me, LeggereEditore 2011 (titolo originale Scream for me)

Kill for me (non ancora uscito in Italia)


Attenzione spoiler!

Abbiamo lasciato il detective Vartanian, agente speciale dell’FBI, alle prese con la morte del fratello Simon, feroce serial-killer responsabile della morte di decine di persone, tra cui i suoi stessi genitori e un numero imprecisato di giovani donne.Rientrato da Philadelphia a Dutton, la cittadina originaria della sua famiglia, quella che l’ha visto crescere circondato da pettegolezzi e oscuri segreti riguardanti la sua famiglia, Daniel Vartanian non ha nemmeno il tempo di elaborare i lutti subiti che subito un’emergenza reclama la sua attenzione: nuovi, inquietanti delitti stanno sconvolgendo Dutton dopo tredici anni di calma apparente. Tredici anni prima, infatti, una ragazza appena sedicenne è stata trovata morta in un fossato, avvolta in una coperta marrone. Il responsabile di quel feroce delitto è stato catturato e marcisce ancora in prigione, eppure qualcuno sembra conoscerlo così bene da iniziare a emularlo…

La paura si impossessa nuovamente degli abitanti di Dutton, cittadina di provincia dove tutti conoscono tutti e alcuni tra gli uomini più in vista sono strettamente legati tra loro da segreti terribili, per proteggere i quali sono disposti anche a morire… O a uccidere. Un assassino implacabile, assetato di vendetta, sta mettendo in scena la sua orribile farsa: uno dopo l’altro, la polizia ritrova i cadaveri di ragazze “perbene”, appartenenti alle famiglie più conosciute della città; prima di essere uccise, sono state violentate. Ognuna di loro è avvolta in una coperta marrone, esattamente come Alicia Tremaine, la sedicenne uccisa tredici anni prima. Daniel Vartanian non può fare altro che assistere impotente all’orrore, finché una giovane donna non si reca da lui…

Era una donna bellissima, pensò, adesso che finalmente poteva guardarla senza avere addosso quegli occhi che l’avevano scosso, come se lei avesse visto più di quanto lui volesse. Aveva labbra piene, ma senza sorriso. Era snella, ma il sobrio completo nero lasciava comunque immaginare le curve celate lì sotto. I suoi capelli erano dello stesso color caramello scuro di sua sorella e le arrivavano circa a metà schiena, in onde folte e lucenti. Poiché il pensiero di toccare quei capelli, di accarezzarle la guancia… poiché quel pensiero gli era realmente venuto in mente, Daniel s’infilò le mani nelle tasche.”

Si tratta di Alex Tremaine, che ora porta il cognome Fallon, la gemella di Alicia, che gli chiede di indagare sulla scomparsa di Bailey, sua cugina, una sparizione misteriosamente legata ai crimini che stanno sconvolgendo Dutton… Man mano che le indagini proseguono, Daniel si rende conto che ciò che sta accadendo in città è strettamente collegato al passato, ad alcune sconcertanti fotografie scattate da suo fratello Simon, che il padre ha tenuto nascoste per anni. Sono fotografie d’un orrore indicibile, che ritraggono giovani donne drogate e violate. Ma cosa c’entra il defunto Simon con quello che sta succedendo? Chi è l’assassino, e quanto sa di quello che è accaduto a Dutton in passato? Che ruolo ha giocato nella morte di Alice Tremaine? Gli eventi si succedono a un ritmo vertiginoso, che non lascia al lettore nemmeno il tempo di respirare. Per capire quale disegno diabolico si celi nella mente dell’assassino, Daniel e Alex dovranno scavare nel proprio doloroso passato, confortati solo da una vicinanza e un’intesa che crescono sempre più, fino a trasformarsi in un’accesa passione…



Ci fu un lampo negli occhi di Daniel. Poi lui la baciò e Alex sentì il calore e il potere della sua bocca. Poi la fece rotolare sotto di sé e lei avvertì il calore e la forza del suo corpo mentre spingeva contro di lei, i movimenti forti e consapevoli. Le prese il viso tra le mani, le dita infilate tra i capelli e le spostò la testa, da una parte, poi dall’altra, finché non trovò la posizione perfetta.”



Il commento di Rossella

Ancora una volta Karen Rose non tradisce le aspettative dei suoi fans. Se possibile, infatti, questo secondo capitolo della trilogia “Daniel Vartanian” è ancora più avvincente e appassionato del primo: “Grida per me” è adrenalina pura, un vero e proprio thriller con intense sfumature romance – che certo non deluderanno le amanti del genere –, capace di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine. Come sempre la Rose si dimostra un’abile burattinaia, in grado di tenere le fila di una trama tanto c,omplessa quanto inquietante, ricca d’imprevedibili compi di scena, senza perdersi mai, senza cadere in contraddizione né deludendo le aspettative di chi legge. Se “Muori per me” poteva anche passare per un romanzo autoconclusivo, “Grida per me” al contrario, presenta un finale aperto che lascia chiaramente intendere come, nonostante la cattura dell’assassino, la vicenda sia tutt’altro che conclusa. La Rose dimostra di non avere davvero nulla da invidiare alle varie Patricia Cornwell o Tess Gerritsen, maestre del thriller d’oltreoceano. Al contrario, i suoi romanzi posseggono quel qualcosa in più che fa la differenza, ossia una grande attenzione nei confronti dei personaggi e della loro vita personale, nonché delle dinamiche affettive che prendono vita tra loro. Conciliare romanticismo e suspance non è affatto semplice come potrebbe apparire, poiché si corre il rischio di privilegiare un elemento rispetto all’altro, imbastendo una trama insoddisfacente. L'autrice, al contrario, riesce a bilanciare con maestria il romance con il thriller, non risultando mai né stroppo mielata né eccessivamente asettica; rivolge la giusta attenzione ai personaggi senza tuttavia perdere di vista la trama. Il risultato è un romanzo meraviglioso e un po’ perfido, perché è impensabile dover attendere un altro anno per leggerne il seguito!

lunedì 24 ottobre 2011

Recensione: "Corinna -La regina dei mari-


Seconda metà del XVII secolo: l’Oceano Atlantico è solcato da n
avi e galeoni con bandiera inglese o spagnola, francese o olandese, tuttavia c’erano ci sono navi che non espongono i loro vessilli: sono le navi dei corsari, pirati che sfrecciano sulle onde del mare per attaccare, saccheggiare e depredare tutto ciò che incontrano.

Tra queste, ci sono le navi di Dorian HughO’Ruorke, corsaro di grande fama, che ha abbandonato le sue nobili origini per fendere i mari e goderne il più possibile i frutti.
Dorian –occhi neri come la pece, uno sguardo accattivante, labbra carnose e scuri capelli ondulati– è a bordo dell’ammiraglia Redfury of Northse, quando incrocia il galeone spagnolo San Salvador che trasporta grandi quantità di mercanzie destinate alla corte spagnola.
Sin dal principio la battaglia si prospetta difficile: Dorian, sconfitto e costretto alla retroguardia, lascia il fratello Gavin nelle mani del nemico.

Sdraiata pigramente sulla cuccetta, Corinna Kathleen McPherson faceva vagare lo sguardo per la cabina, cullata dal rollare monotono della grande nave sui marosi. Provava un senso di vertigine, ma non era sgradevole. Lasciò che i pensieri cavalcassero il soffiare lamentoso del vento, riportandola indietro alle sue amate Highlands, al castello dove era nata cresciuta. (…) L’avevano messa su quella nave senza quasi se ne rendesse conto… Una decisione impulsiva che non si sarebbe mai sognata di prendere, se non si fosse trattato di proteggere sé stessa e la sua libertà.”

Corinna fugge da un matrimonio programmato imbarcandosi sulla Sea Gull, ma il viaggio si presenta tutt’altro che piacevole, nel momento in cui la piccola nave diviene oggetto di interesse del galeone San Salvador del capitano Don Alfonso Corraya.

“Si fermò davanti a uno specchio d’argento. La folta chioma rossa le scendeva disordinatamente sulle spalle, incorniciandole il viso minuto e i profondi occhi viola. Se fosse stata d’aspetto insignificante, pensò, niente di tutto quello sarebbe stato necessario, nessuno avrebbe avuto desiderio di possederla, nessuno avrebbe comprato la sua mano…”

Imprigionata e condotta nella cabina del capitano che vorrebbe approfittare di lei, Corinna riesce a salvaguardare la sua virtù, cosa che sa le risulterà difficile nel momento in cui attraccheranno al porto di Cadice, dove il capitano Don Alfonso Corraya possiede il suo palazzo. Rinchiusa nelle prigioni è costretta a subire continue umiliazioni.

Nel frattempo, Dorian, deciso a salvare Gavin da morte sicura,approda di nascosto a Cadice, intrufolandosi con estrema abilità nella fortezza di Corraya.

“Dorian fece scattare la serratura dell’ultima porta. Alzò la torcia, e il suo sguardo cupo vagò lungo le pareti per alcuni interminabili istanti, prima che, con grande sgomento, si posasse su una figura sottile stagliata contro il muro, le braccia legate sopra la testa penosamente abbandonata."


Dorian, addolorato per la presunta perdita del fratello, rimane colpito dalla bellezza di Corinna e decide di portarla con sé. Arrivata a bordo della Redfury of Northse, Corinna si invaghisce del tenebroso corsaro che le ha salvato la vita.
Tra battaglie, saccheggi e colpi di scena, Corinna combatterà per proteggere la propria libertà in un mondo che la vede emergere e sprofondare prima nell'amore e poi nel dolore; una donna che si scontrerà contro tutto e tutti pur di difendere l’uomo che ama.


Il commento di Floriana

Può un amore oltrepassare i confini della morte, solcare gli oceani, superare le tempeste del cuore e gli uragani del mare?

E’ ciò che avviene in questa storia d’amore e di passione, di morte e di terrore, un intreccio indissolubile di due anime e due corpi che si cercano, si affrontano, si annullano, per poi ricongiungersi con una forza che supera ogni controllo umano.

Kathleen McGregor ha delineato in modo preciso i caratteri dei due protagonisti: Corinna forte e passionale, unica donna in un mondo fatto di uomini, che lotta per emergere e diventare la regina dei mari, Dorian un corsaro ribelle che fugge dall’amore che lo reclama. L'autrice, utilizzando una scrittura fluida e chiara, racconta la vita della nave, il lavoro deimarinai, le continue battaglie tra corsari e capitani. Avventura, coraggio, pericoli faranno da sfondo a questa splendida storia d’amore.

domenica 23 ottobre 2011

La saga di Sookie Stackhouse continua: Resa dei conti mortale


Torna Charlaine Harris a deliziare i suoi numerosi lettori con l'undicesimo capitolo di questa che è diventata una delle saghe più seguite e amate in tutto il mondo e da cui vi ricordo -per quei pochi che ancora non lo sapessero- è stata tratta la serie televisiva "True Blood".



Attenzione Spoiler!

Eccoci nuovamente a Bon Temps. Cos'è cambiato nella vita della cameriera telepate più desiderata e odiata della Luisiana? Beh, Sookie è sempre innamorata e "sposata" con l'affascinate vampiro vichingo Eric, vive con suo cugino Claude e il suo prozio Dermot, che ormai si sono stabiliti definitivamente in casa sua e lavora sempre al Merlotte's, il bar di Sam, il suo amico mutaforma.


Ma può essere la sua, una vita serena e tranquilla?
Assolutamente no! Altrimenti non si chiamerebbe più Sookie Stackhouse...

Strani incidenti si verificano al Merlotte's: prima una bomba incendiaria che per fortuna non reca eccessivi danni nè al bar nè ai clienti, tranne obbligare Sookie a un nuovo taglio di capelli, viste le bruciature riportate nel tentativo di spegnere l'incendio; poi dei tipi poco raccomandabili strafatti di sangue di vampiro fanno irruzione nel locale sconvolgendo una serata tranquilla, una delle tante, visto lenorme e tempestivo calo di clienti dovuto alla grande rivelazione della comunità dei mutaforma, che nonostante l'esempio dei vampiri, non viene accolta in città con lo stesso entusiasmo.

Forse qualcuno vuole manifestare a Sam un eccessivo disappunto nei suoi confronti, oppure, il fatto che in entrambe le occasioni Sookie fosse presente al lavoro, non è stata una casualità?
La nostra protagonista arriva a un'amara conclusione: qualcuno la vuole morta, ma chi? Forse Victor Madden, nuovo reggente, nonché rappresentante per la Luisiana di Re Felipe... in fondo lui aveva già provato in passato a eliminare Sookie e Pam -la vampira braccio destro di Eric- inviando due dei suoi vampiri più fidati a fare il lavoro sporco per lui, ma il piano era andato rovinosamente in fumo -come i corpi dei suoi due scagnozzi- a cui Pam e Sookie avevano dato il benservito. Tuttavia qualcosa non torna: Eric ha legato a sé Sookie come sua moglie umana proprio per garantirle la massima protezione, quindi il suo ruolo di consorte la rende "intoccabile" agli occhi di ogni vampiro e quindi anche a quelli di Victor...

Allora chi la può odiare a tal punto da volerla togliere di mezzo?

Nel frattempo il rapporto con Eric si fa teso, quando Sookie si rende conto che il suo fidanzato vampiro le sta nascondendo qualcosa di importante e che sicuramente la riguarda. Basta segreti! Sookie è stufa di vivere nell'ignoranza di ciò che l'aspetta domani.

Troppe domande affollano la mente della nostra eroina: il suo ex amante Bill torna a farsi vivo con lei, il legame tra Eric è Pam si incrina mentre i due pensano a come eliminare Victor senza scatenare le ire del Re e cosa ancora più importante, qual è la vera ragione della presenza dei suoi parenti fae -Claude e Dermont- nella sua casa? C'è forse qualcosa che i due le stanno nascondendo?

Lo scopriremo presto nei prossimi due attesissimi libri che concluderanno la serie e che tutti i lettori sperano, riusciranno a darci le risposte che abbiamo cercaro finora in ogni capitolo letto.



Il mio commento


Una Charlaine Harris come sempre sorprendente, che riesce, con la sua scrittura dinamica e avvincente, a tenere i suoi lettori incollati alle pagine, divorando con estrema facilità ogni capitolo.
Lo stile della Harris è come sempre accattivante e incalzante: sappiamo già che ogni giornata trascorsa a Bon Temps "insieme" a Sookie, si rivelerà sempre molto movimentata e regalerà nuove sorprese più o meno piacevoli. Interessante come sia evoluto il personaggio di Sookie nella serie, da cameriera complessata e spesso ingenua, a donna e compagna di un vampiro, pronta a tutto, anche a uccidere senza rimorso chiunque cerchi di fare del male alle persone che ama. La sopravvivenza per lei, ora viene prima di tutto, anche della propria morale cristiana.
Con piacere ritroviamo anche la figura del vampiro Bill, sempre e comunque devoto alla sua ex umana che ancora non riesce a dimenticare. Per i fan della coppia Sookie-Eric, sarà emozionante vedere l'evolversi della loro relazione, visti i molti ostacoli che si presenteranno lungo la strada...

Non ci resta altro che aspettare con ansia la pubblicazione degli ultimi due libri, ma intanto che ne dite di fare due chiacchere con colei che nutre tutte le nostre speranze e accende i nostri sogni? Diamo un caloroso benvenuto alla bravissima Charlaine Harris, intervistata per l'occasione dalla mia collaboratrice Annarita Guarnieri, nonché sua traduttrice ufficiale per la Delosbooks.


L'intervista


Sono orgogliosa di poter essere qui con Charlaine Harris -una scrittrice che non ha bisogno di essere presentata- membro autorevole della Mystery Writers of America e della American Crime Writers League, nonché autrice di numerosi romanzi tra cui le due più famose serie urban fantasy che hanno raccolto il consenso dei lettori di tutto il mondo: la storia della sensitiva Harper Connelly e la saga di Sookie Stackhouse da cui è stata tratta la celebre serie tv True Blood.



Charlaine benvenuta in Italia! Noi del Gloria's Literary Cafè siamo onorati di averti qui come nostra ospite e io in prima persona sono felice di poter fare quattro chiacchere con te. Mi sono divertita moltissimo a tradurre i tuoi libri e sono contenta di poterti finalmente conoscere di persona! La prima domanda che voglio farti riguarda la tua carriera di scrittrice: come sei arrivata ad essere un'autrice mistery e fantasy di fama mondiale e com'è nato il tuo “amore” per questi generi letterari? E cosa ti ha spinta a passare dal mystery puro (Aurora Teagarden, Lily Bard), a un genere più “misto”?
-Il fatto di “avere fama mondiale” è per me tuttora una grande sorpresa, e credo continuerà a esserlo. Ho cominciato a scrivere mystery perché è il genere che ho sempre amato leggere e sapevo di avere dentro di me misteri di cui scrivere. Sfortunatamente, anche se lavoravo molto duramente per scriverli, le vendite rientravano solo nella media, e sapevo che se volevo dare una spinta alla mia carriera dovevo tentare qualcosa di diverso. Dopo lunga riflessione, mi sono resa conto di aver sempre voluto scrivere un libro con elementi soprannaturali, quindi ho deciso di scrivere di una cameriera che usciva con un vampiro.

Parliamo del tuo primo ciclo fantasy basato sulle vicende di Sookie, una semplice cameriera di Bon Temps, in Luisiana, con la capacità di leggere nel pensiero. La prima cosa che ovviamente colpisce è il concetto di “convivenza” tra il mondo umano e quello soprannaturale dei vampiri, con il desiderio di questi ultimi di integrarsi nella nostra società. Com'è nata l'idea che ha ispirato questa serie?
-L’intera idea si è basata su un “e se?” La Rice ha scritto dell’interazione fra umani e vampiri, e lo ha fatto anche Laurell K. Hamilton, e i loro libri erano del tutti diversi gli uni dagli altri. Ho pensato che forse anch’io potevo scrivere qualcosa di diverso. Cosa succederebbe se i vampiri cercassero di diventare cittadini degli USA? Cosa dovrebbero fare per persuadere i cittadini che i vampiri non devono dissanguare gli umani per sopravvivere? Dovrebbero avere una fonte alternativa di cibo. La costruzione di tutto il mondo di Sookie è partita da lì.

Tutta la serie è improntata a una deliziosa ironia: tutte le tematiche dell’horror e del fantasy -vampiri, lupi mannari, menadi, mutaforme- vengono rivisitate in una chiave unica, umoristica e perfino dissacrante. A cosa è dovuto questo diverso “approccio” a questi due generi?
-Questo è derivato dal mio tentativo di cambiare completamente le mie abitudini nello scrivere. Per lo più, avevo sempre represso il mio umorismo, e ho pensato che questo fosse il momento giusto per lasciarlo affiorare.

Parliamo dei personaggi. Qual il tuo preferito, quello che hai sentito più “tuo”?
-Sono tutti mie creazioni, quindi non è detto che io abbia necessariamente nei loro confronti gli stessi sentimenti dei lettori. Quasi tutti i miei personaggi hanno lati positivi e lati negativi. Credo che finora Debbie Pelt sia la persona peggiore che io abbia mai creato.

Come hai accolto l'idea che i tuoi libri diventassero una serie tv per la HBO? Anche se il telefilm ha comunque preso strade diverse e ben differenti, scostandosi dalla trama originale. Cosa ne pensi al riguardo? È stata una scelta voluta da entrambe e parti, e sei soddisfatta dei risultati?
-Naturalmente, mi sono sentita molto eccitata quando Alan Ball si è mostrato interessato ai libri. I cambiamenti non sono stati apportati dall’HBO, ma dallo staff di scrittori di Alan, che è una sorta di entità a se stante. Mi piace non sapere cosa succederà , in questo modo la serie televisiva non mi risulta mai noiosa.

Ho qui sulla scrivania, l’undicesimo volume della saga di Sookie, “Dead Reckoning” -Resa dei conti mortale"-. Corre voce che tu abbia in cantiere ancora due volumi della serie, ma non si sa bene di cosa si tratti. Possiamo aspettarci altri due romanzi oppure ha ragione chi sostiene che si tratterà di due antologie di racconti?
-Sono vere entrambe le cose. Scriverò altri due romanzi su Sookie, e sto anche lavorando ad altre due antologie, con il mio amico Toni L.P. Kelner. Inoltre, in settembre è uscito qui negli USA il Sookie Companion. Credo che sia una grande e utile aggiunta ai libri.


Qui in Italia mesi fa è stato pubblicato da Delosbooks il tuo 4° ed ultimo libro di Harper Connelly. Cosa ti ha ispirato a scrivere le avventure di un personaggio particolare come Harper? Tu credi quindi alla sensitività di certe persone nel comunicare con i morti, con l'Aldilà?
-Mi interessavano gli effetti dei fulmini, e nello specifico gli effetti da essi avuti sulle persone sopravvissute all’esserne state colpite. Quell’interesse ha costituito la base per i libri relativi a Harper Connelly. Ho una maggiore tendenza a credere in quel talento che nella maggior parte delle cose soprannaturali, ma non ne sono del tutto convinta.


Sappiamo già che la serie di Harper Connelly è da considerarsi conclusa, e che per il momento non intendi riprendere quella di Aurora Teagarden, la tua serie gialla di prossima pubblicazione in Italia, che ha come protagonista la bibliotecaria Aurora (Roe) Teagarden. Cosa puoi dirci dell’altra tua serie gialla, che ha come protagonista Lily Bard, domestica dall’oscuro e drammatico passato?
-A dire il vero, mi piacerebbe scrivere un altro libro su Aurora Teagarden, ma non ne scriverò mai un altro su Lily. Ho detto tutto quello che avevo da dire sul suo conto, e la sua breve apparizione in “Dead Reckoning” è stato il mio modo di congedarmi da lei.


Ultima domanda, ma non per questo meno importante delle altre: ora che si è conclusa questa serie e quella di Sookie sta arrivando anch'essa all'epilogo, quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi anticipare qualcosa ai lettori italiani?
-Spero che mi verranno altre idee per libri da scrivere… il mio piano è tutto qui. Sarà strano scrivere di qualcosa di diverso, ma credo che mi piacerà sognare e creare nuovi mondi.


Charlaine grazie per il tempo che ci hai dedicato. Spero sia stata un'esperienza piacevole per te come lo è stata per tutti noi. Ti faccio i miei migliori auguri per i tuoi prossimi lavori che sono sicura riscuoteranno come sempre un grande successo tra i lettori e spero tornerai presto a parlarcene! Un grande abbraccio a nome mio, di Gloria e di tutti i tuoi fan italiani che da sempre ti seguono con affetto.
-Grazie di cuore. Apprezzo molto i miei lettori italiani, e spero che voi tutti troverete di vostro gradimento i miei libri su Sookie e anche gli altri miei romanzi.

-Traduzione a cura di Annarita Guarnieri-


martedì 18 ottobre 2011

Made in Italy con: Yami Yume e "Immagina"




Feo è un ragazzo come tanti altri: decisamente carino, intelligente, bravo a scuola eppure profondamente infelice. La sua vita sembra aver trovato un senso solo accanto a “lei”, l’unica ragazza in grado di fargli battere il cuore e legarlo a sé…

Infine l’aveva portata sulla ruota panoramica, da dove ammirarono lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Lì, sospesi nel vuoto, l’aveva baciata per la prima volta: quello era stato l’ultimo momento di vera felicità. Dopo quel bacio, lei si era sciolta in lacrime e gli aveva detto addio: si sarebbe trasferita in America, dall’altra parte del mondo e non avrebbero più potuto stare insieme.”

Ma un giorno, all’improvviso, lei se ne va via dal suo mondo, trasferendosi lontano con la famiglia. Dopo la maturità Feo va a vivere a Tokyo, metropoli che brulica di vita ma anche di bugie, ipocrisia e materialismo, e proprio qui si rende conto con sempre maggiore tristezza che non esiste qualcosa che lo soddisfi pienamente, né il lavoro, né l’amore, né le amicizie che ad sempre ha difficoltà a farsi. Si sente estraneo a tutto, con interessi e sogni diversi da quelli dei suoi coetanei, da cui si sente lontano anni luce. Si rende conto, non per la prima volta, che forse questo mondo non è fatto per quelli come lui. Apatico, ormai senza più sogni né speranze, in una fredda notte di pioggia si trova a desiderare di addormentarsi e non svegliarsi più.Ma è davvero la morte la soluzione a tutti i suoi problemi, oppure c’è un’alternativa, una speranza inaspettata e straordinaria? Senza accorgersene, Feo scivola in uno strano dormiveglia, e quando riapre gli occhi ha la netta sensazione che qualcosa intorno a lui sia cambiato. Seguendo una strana luce proveniente dalla porta d’ingresso, constata, meravigliato e impaurito, che quest’ultima è spalancata, e che fuori, per terra, si è aperta una profonda voragine luminosa.

"Dove avrebbe dovuto esserci il terreno si apriva una buca circolare dal diametro di almeno cinque metri, dalla cui profondità brillava la luce spettrale che lo aveva attirato. Si aggrappò tutto tremante allo stipite e vi sbirciò dentro: la buca era così profonda che gli venne un capogiro."

Davanti a lui c’è un vecchio sconosciuto dai lunghi capelli bianchi, che gli si rivolge in termini familiari, come se lo conoscesse da sempre. E infatti l’uomo sembra sapere molte cose di lui, della sua vita, dei suoi sogni infranti e della disperazione che lo porta a desiderare di morire. L’uomo si presenta come il Custode delle Chiavi del passaggio che conduce dalla terra – il mondo della veglia – al mondo onirico di Immagina, quello che a tutti noi è dato visitare fugacemente nei sogni, ma in cui nessun umano è mai vissuto più a lungo della durata di un sogno. La possibilità che il vecchio gli offre è proprio questa: visitare il mondo di Immagina, la terra dei sogni in cui Feo ha smarrito qualcosa di fondamentale, di cui lui però non conserva memoria…

Immagina che ti venga offerta l’opportunità di intraprendere un viaggio in un mondo diverso da questo, imprevedibile e magico, popolato da migliaia di creature diverse e pieno di luoghi che solo i più grandi sognatori sono riusciti a raggiungere. Un luogo dove potresti ricordare quello che hai perso. Che cosa faresti?”

Deve decidere in fretta, perché quella è l’unica possibilità che gli verrà offerta. E così Feo salta, finendo in un mondo immaginario molto diverso da quello dei consueti fantasy e da ciò che il lettore immagina: è un mondo popolato da creature fantastiche e luoghi bellissimi, ma è anche il luogo in cui vivono e proliferano gli Incubi, il cui scopo è quello di invadere la terra, impossessandosi dei sogni dei suoi abitanti. Ora che sono a conoscenza dell’esistenza di un varco – quella porta che Feo ha attraversato – sono più agguerriti che mai nel dare la caccia al ragazzo. Il regno di Immagina si caratterizza per un’ambientazione tipicamente giapponese e personaggi buffi, istintivamente simpatici, che sembrano usciti da un manga. Un luogo fiabesco, dunque, ma anche imprevedibile: sogno e incubo si alternano per tutta la durata del romanzo, dando vita a un’avventura straordinaria che ha il sapore di un sogno, che il lettore sente possibile anche per lui come per Feo.


Il commento di Rossella

Strutturalmente parlando, essendo un romanzo urban fantasy, in "Immagina", poco spazio è stato dedicato alla prima parte della storia -quella introduttiva- , in cui ci viene presentato il personaggio di Feo., ottenendo così una narrazione un pò troppo frettolosa: si nota infatti che l'autrice punta a introdurre velocemente il lettore nel regno fantastico di Immagina, tralasciando però alcuni particolari della vita del protagonist

a molto importanti per il personaggio e per la storia stessa. L’universo di “Immagina” è senza dubbio originale, così come i personaggi, ben caratterizzati e che sembrano usciti da cartone o un fumetto giapponese. Quello meglio descritto è sicuramente Feo, dal carattere maschile che difficilmente ritroviamo nei fantasy e young adult che siamo abituati a leggere: si tratta infatti di un personaggio a tutto tondo, seppur leggermente stereotipato, che al lettore risulta simpatico più per le sue debolezze (ne ha fin troppe!) che per le virtù. Feo, infatti, non è un eroe senza macchia e senza paura; tutt’altro. Ormai noi lettrici siamo abituate al bello e impossibile, che non deve chiedere mai, che ottiene tutte le donne che vuole, ma che ha occhi solo per la protagonista, di solito un’adolescente scialba e problematica, uno stereotipo questo, che ci ha anche un po’ stufate. Al contrario, Feo è uno di noi, fragile e talvolta indifeso, con tutti i pregi e i difetti di un ragazzo della sua età..

Molto apprezzabile è la componente di critica sociale presente nel romanzo, che pone una certa attenzione ai disagi dei giovani e all’incapacità di sognare tipica della nostra società, sempre più materialista. I continui colpi di scena tengono viva l’azione, e anche se talvolta l’autrice pecca in banalità – peccato che tuttavia si perdona volentieri a un’esordiente – ciò è superabile grazie al ritmo veloce e incalzante della

narrazione, che mescola sapientemente elementi thriller, horror e romance, alternandoli a momenti di riflessione. Si vede che alla base del romanzo c’è una struttura narrativa forte in cui ncubi e sogni sono sapientemente intrecciati tra loro.

Immagina” è scritto abbastanza bene, considerando che l’editing della casa editrice è pressoché inesistente: troppe, inutili, “d” eufoniche, troppi refusi, troppi avverbi e ridondanze che andavano eliminate. Si tratta sostanzialmente di un romanzo promettente che, se valorizzato dagli interventi giusti, ne avrebbe guadagnato moltissimo. A chi consigliare questo libro? A tutti gli appassionati del genere, ovviamente, che però non si lasciano scoraggiare da eventuali innovazioni sul tema, e a tutti gli amanti dei manga giapponesi. Una menzione a parte meritano i disegni, davvero meravigliosi ed evocativi, cornice perfetta per questo romanzo.



L'intervista

Oggi ospite qui al Gloria's Literary Cafè:

Yami Yume

Ciao Yami, benvenuta tra noi!
-Ciao Gloria, per prima cosa ci tengo a ringraziarti per avermi ospitata sul tuo Blog, perché il tuo spazio offre l'opportunità, tanto a scrittori esordienti quanto a chi si è già affermato in questo mondo, di poter presentare il proprio libro e parlare della propria esperienza in campo editoriale in un clima di cordiale e sincera ospitalità, cosa che non è sempre facile trov
are o che molti danno per scontato.

Per me Yami è sempre un grande piacere! I libri sono la mia passione ed è stupendo condividere questo amore con altre persone. Per questo è nato il Gloria's Literary Cafè e spero continui negli anni a venire... Ma ora parliamo del tuo romanzo d'esordio "Immagina". Da dove è nata l'ispirazione per scrivere questo libro e come sei arrivata da esordiente, alla pubblicazione?
-Immagina è nato come un bisogno, seguendo un processo naturale, quasi casuale. Prima di scrivere questo romanzo, infatti, non avevo mai coltivato in modo particolare la passione per la scrittura, più che altro mi ero cimentata in “esperimenti” che però non avevano portato a nulla di serio. Per tanto tempo ho assistito a situazioni ingiuste, bloccata in un paesino che non offre nessuna possibilità di lavoro o di crearsi un'indipendenza economica sufficiente a condurre una vita serena. Come una spugna, ho assorbito molte cose negative dall'esterno e questo mi ha trascinata in uno stato di depressione sempre più profonda. La fantasia, i sogni e la musica hanno sempre rappresentato le uniche mie vie di fuga da una realtà in cui non riesco a trovare il mio posto. Una notte, riflettendo su tutto questo, è stata proprio la fantasia a offrirmi una scappatoia: ho immaginato che fuori dalla mia porta si apriva un varco verso un'altra dimensione e che una sorta di Guardiano preposto alla custodia del passaggio mi invitasse ad addentrarmi in quel mondo, dove avrei potuto cercare le risposte di cui avevo bisogno. Lì ho avuto l'illuminazione, ma era comunque una necessità personale, non ho pensato minimamente alla pubblicazione finché non ho finito di scriverlo: solo allora ho pensato che avrei dovuto far conoscere quella storia agli altri, perché nella sua apparente e ingannevole semplicità, contiene tanti messaggi e tante simbologie che forse possono aiutare altre persone che si trovano nella stessa situazione a raggiungere le risposte che cercano. Per quanto riguarda la casa editrice, prima ho fatto delle ricerche, stilando un elenco delle CE che investono sugli esordienti senza chiedere alcun contributo e che trattano il genere fantasy, con tutte le sue sfumature. Il caro amico Daniele mi ha segnalato la Sangel Edizioni e così ho inviato loro il mio manoscritto, completo di illustrazioni che avevo preparato io stessa. Immagina è piaciuto subito e mi hanno offerto un buon contratto, che ho accettato.

Come si evince dalle foto pubblicate in rete, hai un look molto particolare, che ricorda un po’ quello di un fumetto giapponese; che influenza ha avuto questa cultura sulla tua formazione culturale e sulla tua scrittura?
-Il Giappone è una terra che mi è sempre piaciuta sin da quando ero bambina e rimanevo affascinata davanti agli anime trasmessi in tv. Amavo perdermi in mille fantasie, ancor più quando mi lasciavo trasportare dalla musica. Qualche anno fa, questa passione per il Sol Levante ha subito una rapida impennata trasformandosi in un grande amore, quando sono entrata in contatto con la musica, la produzione cinematografica e televisiva di questo fantastico paese. Mi sono documentata sulla sua storia, ho cominciato a studiarne la lingua da autodidatta seguendo dapprima lezioni e tutorial online e poi acquistando testi di grammatica. Tutto questo è iniziato pochi mesi prima della stesura di Immagina ed è continuato a crescere fino ad oggi.

A differenza della maggior parte delle tue colleghe esordienti, hai scelto un ragazzo come protagonista di “Immagina”. Come mai questa scelta?
-Feo è cresciuto con me. Forse è un prodotto del mio subconscio, una parte di me in versione maschile oppure esiste davvero da qualche parte. Non saprei dire, quindi, se sono stata io a riversare in lui parecchie delle mie riflessioni e del mio modo di essere o se queste cose facevano già parte della sua personalità. Magari è stato lui a fare di me quella che sono oggi, non il contrario. Chissà...

Nel libro metti l’accento sull’incapacità di sognare che caratterizza gli uomini e le donne contemporanee. Secondo te esiste una ricetta per tornare a sognare? Quanto aiutano i libri in questo senso?
-Oggi c'è una tendenza generale a banalizzare, dissacrare e ironizzare su tutto. Ognuno si mostra informato su ogni cosa, tutti vogliono parlare e dire la propria, però poi nessuno è interessato ad ascoltare quello che dicono gli altri. Con questo atteggiamento generale si è persa l'importanza di molte cose, importanza che spesso sta proprio nella loro semplicità. I libri aiutano a riflettere, evadere, capire, ci costringono a chiudere la bocca e ascoltare i pensieri, la voce narrante, le voci dei personaggi, prestare attenzione a quello che hanno da dire, ai messaggi che portano. Il fantasy, spesso sottovalutato o considerato inferiore agli altri generi letterari, in realtà è molto completo, ha parecchi punti di collegamento con la realtà e può trattare tematiche importanti, analizzandole da punti di vista differenti, offrendo risposte e soluzioni alle quali normalmente non si penserebbe.

Yami hai nuovi progetti editoriali di cui vuoi parlarci?
-Attualmente sto pubblicando online due raccolte intitolate “Il Diario di Yami”, che contiene aforismi e riflessioni personali su diversi argomenti, e “Le Memorie di Yami” che raccoglie aneddoti “particolari” della mia vita: sono entrambe disponibili sul mio profilo Facebook, ma presto le vedrete sul mio sito personale, che è ancora in costruzione. Inoltre sto scrivendo racconti e sto lavorando a un secondo romanzo. Solitamente mi oriento sempre sul fantasy e sull'horror, ma da recente mi è capitato di esplorare generi per me inusuali, come la favola e la fantascienza.

Grazie Yami per il tempo che ci hai dedicato! Spero tornerai presto a trovarci. Gli amici del blog ti aspettano.
-Grazie a voi per il piacevole pomeriggio passato insieme.






lunedì 17 ottobre 2011

Recensione "L'osservatore" di Franck Thilliez



"Vendo collezione di vecchi film, 16 e 35 millimetri, anche epoca del muto.
Corto e lungometraggi di tutti i generi cinematografici.

Oltre 800 bobine, di cui 500 genere spionaggio.

Mi riservo di valutare l'offerta al momento..."



Tutto ha inizio con questo annuncio pubblicato su Internet e che da subito suscita l'interesse di Ludovic Sénéchal, appassionato collezionista di vecchie bobine cinematografiche. Questo lo spinge a partire all'alba da Lille, per la città di Liegi.

"Per quale motivo si sbarazza di quei vecchi film?"

Ludovic rimane affascinato dall'enorme collezione dell'uomo, in particolar modo per i film di spionaggio, per cui il vecchio Szpilman -defunto padre del venditore- aveva una spiccata adorazione.
Dopo aver passato in rassegna gran parte delle bobine, Ludovic rimane attratto da alcuni film, tra i quali ce n'è uno, che cattura da subito la sua attenzione: una vecchia bobina contenuta in una scatola nera, senza alcuna etichetta. Dalle dimensioni si tratta di un cortometraggio di massimo venti minuti di proiezione. I film anonimi hanno da sempre per lui un qualche cosa di affascinante e misterioso. Per questo motivo decide di acquistarla insieme ad altre nove pellicole.




Sono quasi le tre del mattino. Ludovic decide di concludere la sua seduta di proiezioni con la visione di quel film sconosciuto: l'anonima pellicola a composta da 50 immagini, una vera rarità, se si conta che di norma la bobina si sviluppa con un flusso d'immagini pari a 24 fotogrammi al secondo...
Lo schermo si fa scuro, senza nessun titolo di testa. Poi nell'angolo superiore destro appare un cerchio bianco. Ludovic pensa a un difetto di pellicola... poi il film comincia e...

Qualche istante più tardi, dall'altra parte della città, Lucie viene svegliata di soprassalto dallo squillo del telefono.




-"Pronto? Chi è?"
"E' lei piuttosto che dovrebbe dirmi chi è. Ha visto che ore sono?"

"Ludovic, sono Ludovic Sénéchal... sei... sei Lucie?"
"Ludovic? Che cosa succede?"

"Non so cos'è successo. Ero nel cinema... Lucie , non vedo più!

Credo di... di essere diventato cieco."-


A duecento chilometri da Lille, il commissario Franck Sharko, dell'Ufficio Centrale per la Repressione delle Violenze contro le Persone -OCRVP- sta discutendo col suo capo di un caso molto singolare: in un paesino tra Le Havre e Rouen, Notre Dame de Gravenchon, sono stati disseppelliti in un cantiere, cinque cadaveri col cranio segato. Sharko viene mandato sul posto; il suo compito è quello di raccogliere informazioni e tracciare un profilo del possibile killer: nonostante siano passati anni dall'ultima volta che l'uomo ha lavorato "sul campo", resta comunque uno dei migliori profiler di Parigi e per lui questa può essere anche una buona occasione per rimettersi in gioco e affrontare i fantasmi che da tempo tormentano la sua esistenza di secorbutico e solitario poliziotto.


Lille e Parigi... lo strano caso di una pellicola "maledetta" e il mistero che si cela dietro quelle immagini incomprensibili, e il ritrovamento dei cinque cadaveri dal cranio tagliato, senza mani e senza occhi.




Quale assurdo collegamento può esserci tra due episodi così isolati e diversi tra loro? E se all'improvviso spuntasse dal nulla un vecchio caso di omicidi seriali avvenuti sedici anni prima al Cairo che sembra appartenere allo stesso modus operandi del serial killer francese?


Il destino vorrà che la bella poliziottia Lucie Henebelle, madre single assorbita dal lavoro e il nevrotico commissario Franck Sharko si ritrovino a lavorare insieme per cercare di risolvere un caso che oltre alle apparenze, nasconde qualcosa che va al di là dell'umana comprensione...


-Porse a Lucie il suo biglietto da visita.
Lei fece lo stesso,
il commissario lo mise in tasca,
finì la birra e si alzò.

Lucie guardò il biglietto da visita, lo girò:
era completamente bianco.

"Ma..."
"Quando si trova qualcuno una volta, lo si ritrova sempre.

Mi tenga al corrente."

Lasciò l'importo esatto delle consumazioni sul tavolino e le tese la mano.
Lei la strinse, ancora un pò sorpresa.

"Arrivederci, commissario..."

"Tutti mi chiamano Shark, non commissario."
"Mi scusi, ma..."

"Ma lei non ci riuscirà, lo so.
E allora continui pure a chiamarmi commissario. Per il momento."
Sorrise, ma Lucie percepì qualcosa di profondamente triste nei suoi occhi scuri.
Poi l'uomo si girò e s'incamminò verso l'ingresso della stazione. (...)

Solo... era l'unica parola che restava a Lucie dopo quell'incontro.

Un uomo solo, terribilmente solo.

E ferito. Come lei.-




Il mio commento

Franck Thiller, definito non a caso "la penna più nera di Francia", ci propone un thriller che va al di là dei soliti schemi. Una mente brillante dallo stile pulito e scorrevole, capace di creare una continua suspance pagina dopo pagina, strutturando -con vera maestria- un'aspettattiva crescente nel lettore, che non può non rimanere affascinato dai piccoli, impalpabili indizi che l'autore dissemina saggiamente lungo la storia, dettagli importanti che andranno a creare a fine libro, un puzzle perfetto. Una trama ricca di sfaccettature, che appassiona e cattura. I personaggi, complessi e ben strutturati si fanno amare sin dalla loro prima apparizione, soprattutto il personaggio di Sharko, che dietro un'apparente corazza d'acciaio nasconde un'animo fragile e sempre pronto a cadere oltre il baratro dell'abisso più nero e profondo. La storia appassionerà gli amanti del genere e visto il finale piuttosto "aperto" non si può di certo escludere che i nostri protagonisti preferiti, guidati dalla abile e brillante penna di Thilliez, tornino presto ad allietarci con un nuovo caso che questa volta sarà sicuramente molto più intimo e personale del precedente...