“L’amore, a diciassette anni, era un maledetto tormento.
trafiggendolo con sottilissimi aghi.
Prendeva gambe e braccia e le trasformava in creta,
riducendo il cuore a un rottame di plastica.
L’amore per un vampiro era un tormento ancora peggiore.
E se il vampiro si ostinava ad affrontare da solo così tanti pesi e ricordi agghiaccianti,
era quasi una battaglia persa.
Ma Giulia non voleva arrendersi.
Avrebbe combattuto
fino a consumarsi le dita
contro le sbarre del cancello di «no» e di «mai»
che lui aveva eretto.”
“Massimiliano Decarlo, Max per gli amici,
somigliava a Jude Law a vent’anni,
ed era giocatore di pallacanestro,
rappresentante d’istituto, studente modello,
virtuoso pianista, patito di motociclette,
e conquistatore di cuori femminili.”
Biondo, alto e leggermente muscoloso, con un paio di occhi intensamente verdi, Max è il sogno di ogni ragazza della scuola. Lui esce solo con quelle più carine e popolari, finché un giorno si imbatte casualmente in Giulia, accorgendosi di lei, che già da parecchio tempo è cotta di lui come lo si può essere degli attori del cinema, bellissimi ma irraggiungibili. Da quel giorno, inaspettatamente, Max inizia a corteggiare la ragazza in una maniera particolare, sfacciata e ironica, portandole dolcetti nell’intervallo e prendendola scherzosamente in giro, finché un giorno, dopo averla accompagnata a casa, la bacia. Quel bacio cambia tutto, perché da quel momento in poi, ogni volta che si incontrano per caso nei corridoi della scuola, Max finge di non conoscerla, dichiarando agli amici che si è solo preso gioco di lei. Arrabbiata e delusa, ma decisa a fronteggiare la derisione collettiva dei compagni, Giulia decide di odiarlo, mettendo in quel sentimento tutto l’orgoglio di cui è capace una diciassettenne testarda e ferita.
La situazione cambia radicalmente quando Giulia conosce Victor. È una sera invernale fredda e nebbiosa, in cui una pioggerellina insistente occulta la già pessima visibilità, e Giulia è costretta a uscire dopo cena per portare fuori Teo. È così che le si materializza dinanzi, seduto sui gradini di una vecchia dimora disabitata da tempo, uno sconosciuto bello come un angelo.
“Indossava un soprabito scuro,
Stivali scuri, sciarpa scusa e un cappello di lana scuro anch’esso,
che gli lambiva le sopracciglia creavano un singolare
stupefacente contrasto con il pallore del viso e delle mani.
Aveva lunghi capelli di un biondo chiarissimo,
che gli arrivavano alle spalle,
e occhi grigio-azzurri, vagamente albini.
Le mani, con unghie perlacee, parevano congelate tanto erano bianche.
Era decisamente bello, di una bellezza antica, eterea.
Bello come il dipinto di un angelo.”
Si chiama Victor, e Giulia si sente immediatamente attratta da lui. Da quel momento in poi, del tutto inaspettatamente, Max riprende a corteggiarla nel suo modo strano, quasi tampinandola e facendo in modo di trovarsi nei pressi ogni qualvolta Giulia si imbatte in Victor. I due sembrano conoscersi e non starsi affatto simpatici...
Cosa nascondono Max e Victor? Chi sono davvero, e perché sono così interessati a lei?
“Voleva dargli qualunque cosa.
Ma il bacio non arrivò e nemmeno il morso.
Riaprì gli occhi e lui era ancora lì, a sovrastarla come un leone di pietra,
nella stessa posizione di prima.
La guardava, immobile.”
Il commento di Rossella
“Cuore nero” di Amabile Giusti, giovane avvocato catanese, è un romanzo che non ti aspetti. Inizi a leggerlo con calma e con un certo scetticismo, rimuginando se sia il caso o no di perdersi nell’ennesima storia d’amore tra un’adolescente umana e un bel vampiro pluricentenario, quando a un certo punto ti rendi conto che non riesci più a staccarti dalla storia, che hai voglia e urgenza di arrivare all’ultima pagina per sapere come va a finire. E proprio il finale è uno di quelli che toglie il fiato, avvincente e ricco di colpi di scena, colmo di aspettative che fanno di quest’opera un romanzo adulto eppure sognante, sensuale e malinconico.
"Tu mi fai uscire dai gangheri in senso assoluto.
Mi fai venire fame, sete, caldo, voglia di spezzarti, voglia di salvarti
Vado, torno, sono un boomerang,
starti lontano è indispensabile, starti lontano è terribile.
Capovolgi ogni metodo,
ogni cosa fatta fino a ora in un certo modo,
con certi ritmi.
Mi rendi pericoloso e mi metti in pericolo.
Sei una dannata seccatura, ecco."
Il paragone con “Twilight” è inevitabile, viste le notevoli somiglianze della trama e dei personaggi, ma oltre a non sfigurare assolutamente nel confronto, “Cuore nero” quasi subito prende le distanze dalla saga della Meyer per svilupparsi in maniera assolutamente inedita, specie da metà libro in poi. Anche l’ambientazione, la nostrana Calabria, riesce ad affascinare il lettore: la Giusti, infatti, riesce a trasfigurare magistralmente la normalità della provincia italiana –eventi e luoghi comuni quali, ad esempio, le nostre scuole o le feste patronali di paese– ammantandola di mistero e magia. Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi, che se all’inizio appaiono leggermente stereotipati, man mano che la narrazione va avanti si fanno sempre più complessi, più sfaccettati, in un certo senso più “vivi”, ragazzi reali in cui è facile immedesimarsi. Sono personaggi che spesso sorprendono, perché non fanno quello che il lettore si aspetta da loro. Una nota di merito va al finale, costruito magistralmente bene: è un susseguirsi di colpi di scena che non permettono al lettore di abbassare la guardia fino all’ultima pagina. Un libro che vale la pena di leggere e che dimostra come ad Amabile Giusti non manchi assolutamente nulla della bravura, del romanticismo e della sensibilità che hanno reso un mito Stephenie Meyer e la saga di Twilight.
L'autrice
"Non c'è niente che fa male così" è la sua opera d'esordio, uscita nel 2009 per La Tartaruga edizioni, con un buon successo di critica e pubblico.
victor mi ricorda caius di twilight ...
RispondiEliminaconsiglio a tutti questo romanzo asssolutamente fantastico,molto meglio di twilight & company....... finale magnifico. sono più di 500 pagine ma sembrano molte meno ,scorrevole. Personaggi descrittti stupendamente... spero in un seguito... altrimenti dovrò rileggere questo per la decima volta.
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