venerdì 10 giugno 2011

Recensione "Cuore Nero" di Amabile Giusti





L’amore, a diciassette anni, era un maledetto tormento.


Prendeva il petto e lo spezzava come pane,
trafiggendolo con sottilissimi aghi.

Prendeva gambe e braccia e le trasformava in creta,
riducendo il cuore a un rottame di plastica.

L’amore per un vampiro era un tormento ancora peggiore.

E se il vampiro si ostinava ad affrontare da solo così tanti pesi
e ricordi agghiaccianti,
era quasi una battaglia persa.

Ma Giulia non voleva arrendersi.


Avrebbe combattuto
fino a consumarsi le dita
contro le sbarre del cancello di «no»
e di «mai»
che lui aveva eretto.”




Giulia frequenta l’ultimo anno di liceo ed è una ragazza come tante: voti nelle media, poca voglia di studiare, genitori separati, padre assente e una madre perennemente sull’orlo di una crisi di nervi, ossessionata dall’ex marito che si è rifatto una vita lontano dalla famiglia. Capelli lunghi e riccioli ribelli, qualche chilo in più a distinguerla dalle modelle sui giornali e dalle compagne più snob, anche fisicamente Giulia si sente una tra tante, carina ma ordinaria. I suoi affetti più grandi sono la sorella più piccola, Laura, che frequenta il suo stesso liceo ed è alle prese con i primi, piccoli problemi sentimentali dell’adolescenza, e un cane di nome Teo, “poco più grande di un melone” ma assolutamente pestifero. Ed è proprio a scuola che Giulia conosce Massimiliano, detto Max, che frequenta un’altra classe ed è considerato il ragazzo più bello, oltre che più popolare, del liceo e forse anche dell’intero paese.



“Massimiliano Decarlo, Max per gli amici,

somigliava a Jude Law a vent’anni
,
ed era giocatore di pallacanestro,
rappresentante d’istituto, studente modello,
virtuoso pianista, patito di motociclette,
e conquistatore di cuori femminili.”



Biondo, alto e leggermente muscoloso, con un paio di occhi intensamente verdi, Max è il sogno di ogni ragazza della scuola. Lui esce solo con quelle più carine e popolari, finché un giorno si imbatte casualmente in Giulia, accorgendosi di lei, che già da parecchio tempo è cotta di lui come lo si può essere degli attori del cinema, bellissimi ma irraggiungibili. Da quel giorno, inaspettatamente, Max inizia a corteggiare la ragazza in una maniera particolare, sfacciata e ironica, portandole dolcetti nell’intervallo e prendendola scherzosamente in giro, finché un giorno, dopo averla accompagnata a casa, la bacia. Quel bacio cambia tutto, perché da quel momento in poi, ogni volta che si incontrano per caso nei corridoi della scuola, Max finge di non conoscerla, dichiarando agli amici che si è solo preso gioco di lei. Arrabbiata e delusa, ma decisa a fronteggiare la derisione collettiva dei compagni, Giulia decide di odiarlo, mettendo in quel sentimento tutto l’orgoglio di cui è capace una diciassettenne testarda e ferita.

La situazione cambia radicalmente quando Giulia conosce Victor. È una sera invernale fredda e nebbiosa, in cui una pioggerellina insistente occulta la già pessima visibilità, e Giulia è costretta a uscire dopo cena per portare fuori Teo. È così che le si materializza dinanzi, seduto sui gradini di una vecchia dimora disabitata da tempo, uno sconosciuto bello come un angelo.


Indossava un soprabito scuro,

lungo fino ai piedi, del tutto simile a un cappotto militare.
Stivali scuri, sciarpa scusa e un cappello di lana scuro anch’esso,
che gli lambiva le sopracciglia creavano un singolare
stupefacente contrasto con il pallore del viso e delle mani.
Aveva lunghi capelli di un biondo chiarissimo,
che gli arrivavano alle spalle,
e occhi grigio-azzurri, vagamente albini.
Le mani, con unghie perlacee, parevano congelate tanto erano bianche.
Era decisamente bello, di una bellezza antica, eterea.
Bello come il dipinto di un angelo.”


Si chiama Victor, e Giulia si sente immediatamente attratta da lui. Da quel momento in poi, del tutto inaspettatamente, Max riprende a corteggiarla nel suo modo strano, quasi tampinandola e facendo in modo di trovarsi nei pressi ogni qualvolta Giulia si imbatte in Victor. I due sembrano conoscersi e non starsi affatto simpatici...


Cosa nascondono Max e Victor? Chi sono davvero, e perché sono così interessati a lei?

E, soprattutto, per chi batterà il cuore di Giulia?





Voleva dargli qualunque cosa.

Attese il suo bacio di serpente, caldo, bollente, bagnato, doloroso, dolce,
Ma il bacio non arrivò e nemmeno il morso.
Riaprì gli occhi e lui era ancora lì, a sovrastarla come un leone di pietra,
nella stessa posizione di prima.
La guardava, immobile.”



Il romanzo procede a ritmo serrato, incatenando il lettore alle sue pagine, conducendolo in una vicenda che non tarda a farsi intricata e avventurosa, oltre che estremamente sensuale. In “Cuore nero” nulla è come sembra, e man mano che il lettore se ne rende conto, cresce la sua attesa per il finale…






Il commento di Rossella

Cuore nero” di Amabile Giusti, giovane avvocato catanese, è un romanzo che non ti aspetti. Inizi a leggerlo con calma e con un certo scetticismo, rimuginando se sia il caso o no di perdersi nell’ennesima storia d’amore tra un’adolescente umana e un bel vampiro pluricentenario, quando a un certo punto ti rendi conto che non riesci più a staccarti dalla storia, che hai voglia e urgenza di arrivare all’ultima pagina per sapere come va a finire. E proprio il finale è uno di quelli che toglie il fiato, avvincente e ricco di colpi di scena, colmo di aspettative che fanno di quest’opera un romanzo adulto eppure sognante, sensuale e malinconico.


"Tu mi fai uscire dai gangheri in senso assoluto.

Mi destabilizzi in un modo che… non riesco a tenere a bada.
Mi fai venire fame, sete, caldo, voglia di spezzarti, voglia di salvarti
Vado, torno, sono un boomerang,
a volte non capisco nemmeno il senso delle mie parole,
starti lontano è indispensabile, starti lontano è terribile.
Capovolgi ogni metodo,
ogni cosa fatta fino a ora in un certo modo,
con certi ritmi.
Mi rendi pericoloso e mi metti in pericolo.
Sei una dannata seccatura, ecco."


Il paragone con “Twilight” è inevitabile, viste le notevoli somiglianze della trama e dei personaggi, ma oltre a non sfigurare assolutamente nel confronto, “Cuore nero” quasi subito prende le distanze dalla saga della Meyer per svilupparsi in maniera assolutamente inedita, specie da metà libro in poi. Anche l’ambientazione, la nostrana Calabria, riesce ad affascinare il lettore: la Giusti, infatti, riesce a trasfigurare magistralmente la normalità della provincia italiana –eventi e luoghi comuni quali, ad esempio, le nostre scuole o le feste patronali di paese– ammantandola di mistero e magia. Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi, che se all’inizio appaiono leggermente stereotipati, man mano che la narrazione va avanti si fanno sempre più complessi, più sfaccettati, in un certo senso più “vivi”, ragazzi reali in cui è facile immedesimarsi. Sono personaggi che spesso sorprendono, perché non fanno quello che il lettore si aspetta da loro. Una nota di merito va al finale, costruito magistralmente bene: è un susseguirsi di colpi di scena che non permettono al lettore di abbassare la guardia fino all’ultima pagina. Un libro che vale la pena di leggere e che dimostra come ad Amabile Giusti non manchi assolutamente nulla della bravura, del romanticismo e della sensibilità che hanno reso un mito Stephenie Meyer e la saga di Twilight.


L'autrice

Amabile Giusti è nasce in Calabria ed è lì che vive ancora oggi. Laureata in Giurisprudenza, fa l’avvocato ma non si sente avvocato. Scrivere è la sua passione. È un tipo che ascolta molto e parla poco ma quando scrive non si ferma più.
"Non c'è niente che fa male così" è la sua opera d'esordio, uscita nel 2009 per La Tartaruga edizioni, con un buon successo di critica e pubblico.
















2 commenti:

  1. victor mi ricorda caius di twilight ...

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  2. consiglio a tutti questo romanzo asssolutamente fantastico,molto meglio di twilight & company....... finale magnifico. sono più di 500 pagine ma sembrano molte meno ,scorrevole. Personaggi descrittti stupendamente... spero in un seguito... altrimenti dovrò rileggere questo per la decima volta.

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