Speciale "Sono nel tuo sogno" di Isabel Abedi

-Il sogno mi travolse come l'effetto di una droga troppo forte.
Ero distesa in una stanza, su una morbida moquette verde scuro.
Le pareti erano rivestite di legno, c'era un letto con una coperta a fiori e un quadro di un paesaggio montano spaventosamente kitsch.
Sopra la mia testa ondeggiava un lampadario e accanto a me c'erano delle schegge di vetro. Erano dappertutto, ce le avevo sulla pancia, sulle mani.
C'era un odore metallico e dolciastro e c

on sgomento mi resi conto che era sangue.
Il mio sangue? (...)
Non conoscevo quella stanza.
Ero da sola? No, c'era qualcuno, lo percepivo, ma non riuscivo a vedere alcun viso.
"Per favore. Per favore non... non... lasciarmi..."-

Un sogno. Un terribile incubo, in cui Rebecca sogna per la prima volta la sua morte. Sarà un sogno premonitore? E' questo che la giovane comincia a domandarsi con timore. Rebecca ha perso il sonno e un senso di panico le attanaglia il petto. Decide di affacciarsi alla finestra della sua stanza e lo vede: una figura indistinta, persa nella nebbia, ai piedi di un lampione.

Chi è questo ragazzo dal volto pallido e dai capelli più neri della notte?

Perché la fissa così intensamente?

Per Rebecca dovrebbe apparire come un'immagine piuttosto inquietante, allora perché lei si sente quasi rassicurata da quella presenza sconosciuta sotto la sua finestra?

Rebecca, sedici anni, è una ragazza spensierata e vive con la madre Janne -psicologa- e la compagna della donna, Spatz, -una persona solare e dal sorriso contagioso- in una graziosa casa ad Amburgo. Il padre ha un'agenzia pubblicitaria a Santa Monica con la nuova moglie Michelle e nonostante la stranezza della sua famiglia, Rebecca è una ragazza serena; vive la sua adolescenza come molti dei suoi coetanei: ha una migliore amica di nome Suse e un ex-fidanzato ancora innamorato di lei...

Ma dopo quella notte tutto cambia: cosa vuole da lei quell'affascinante sconosciuto? Sembra che le loro strade debbano inevitabilmente incontrarsi... o forse c'è dell'altro? Rebecca non riesce a trovare una spiegazione razionale a tutto quello che le sta accadendo.

Ma chi è davvero Lucian?
E perché Rebecca sente di non riuscire a stare lontano da lui?

-"Hai perso questo."(...)
Lo sconosciuto era alle mie spalle.
Teneva nel palmo teso il mio iPodShuffle
che fino a un istante prima era attaccato al mio giubbotto. (...)
I suoi occhi erano di un blu scuro, quasi nero.
Mi schiarii la voce.
"Per caso... eri tu che... un paio di giorni fa... mercoledì notte... eri sotto casa mia?"
domandai esitante.
"Credo di sì" rispose con quella sua voce roca.
"Credi? che cosa significa che credi di sì?"
"Non sapevo che fosse casa tua."(...)
"Ma... cosa ci facevi lì?"
"Non lo so con precisione."
I suoi occhi profondi non mi mollavano.
Mi osservava con la mia stessa intensità.-



Il mio commento

"Sono nel tuo sogno" è un fantasy adolescenziale pieno di phatos e sentimento. A eccezione di alcune parti iniziali che si perdono in descrizioni troppo dettagliate e sotto certi punti di vista superflue, la scrittura di Isabel Abedi è piacevolmente scorrevole. L'autrice ci propone un romanzo diverso dai soliti schemi fantastici a cui siamo abituati ultimamente. Abedi ci introduce in una storia nuova, per niente scontata; riesce a sorprendere con colpi di scena inaspettati, emozionando e coinvolgendo il lettore sin dalle prime pagine, facendo crescere, di capitolo in capitolo, l'aspettativa di trovare le giuste risposte alle numerose domande che inevitabilmente ci si pone entrando nel vivo della storia e nell'inconscio dei suoi personaggi ben costruiti, ognuno con le proprie particolarità sia fisiche che caratteriali. Non è quindi difficile innamorarsi della personalità controversa di Lucian e della spontaneità adolescenziale di Rebecca.
Un romanzo che farà sognare i più giovani, ma che riuscirà a farsi apprezzare anche da un pubblico più adulto e maturo.

L'intervista

E non poteva definirsi uno "speciale" senza la gradita partecipazione della bravissima Isabel Abedi, che è venuta qui oggi al gloria's Literary Cafè per incontrare i suoi lettori italiani.

Benvenuta Isabel, sono davvero felice di averti come ospite al mio caffè letterario.

-Ciao Gloria, grazie a voi di avermi ospitata. Il tuo spazio offre l'opportunità a scrittori esordienti e non di poter presentare il proprio libro e parlare della propria esperienza in campo editoriale in un clima di cordiale e sincera ospitalità. Mi piace molto la copertina dell’edizione italiana di Lucian e trovo che il booktrailer creato dalla casa editrice Corbaccio sia bellissimo.

Vuoi raccontarci qualcosa di te? Leggo che hai lavorato per ben tredici anni nel settore pubblicitario; come sei arrivata a diventare scrittrice?

-Anche nei tredici anni in cui ho lavorato nel settore pubblicitario, ero bravissima a raccontare storie. Inventavo racconti per gli incarti delle barrette di cioccolato, facevo tour con il famoso circo Roncalli promuovendo e scrivendo storie sul marchio Montblanc, che aveva a che fare con la scrittura e scrittori famosi. Ho cominciato a scrivere storie per bambini quando mia figlia più piccola non riusciva a dormire la notte. Da lì tutto ebbe inizio.

Parliamo di “Sono nel tuo sogno” -titolo originale “Lucian”-. Com'è nata l'idea che ti ha ispirato a scrivere questo romanzo?

-A dire la verità è stata l’idea a trovare me. Risvegliandomi ad Amburgo, vidi questo ragazzo senza passato, senza futuro, senza intravedere chi fosse. Vidi una psicologa alla quale si rivolse per chiedere aiuto e contemporaneamente si innamorò di sua figlia, senza sapere del legame che le univa. Questa è stata la prima scintilla. Al mio editore piacque l’idea e mi chiese: “E chi era il ragazzo? Da dove veniva realmente?” Per trovare la risposta mi ci è voluto molto tempo e molte notti sognavo me stessa nella storia di Lucian e Rebecca.

“Sono nel tuo sogno” è fondamentalmente un romanzo di genere fantasy, anche se lo si capisce soltanto dopo diversi capitoli, sembrando inizialmente una storia romance dai toni adolescenziali, anche se pur sempre molto particolare... Senza svelare nulla sul finale, la mia domanda è questa: sei stata tu a portare la storia dove volevi, oppure sono stati i personaggi stessi che ti hanno guidato nella stesura del romanzo, sviluppandosi via via in modo spontaneo?

- Sviluppo sempre i miei romanzi attraverso i personaggi. Il personaggio viene prima e mi dice la storia. Senza saperlo, Rebecca perde una parte essenziale della sua anima e ne soffre. È molto importante per me, che i lettori di “Sono nel tuo sogno” si dividano in due gruppi: quelli che capiscono la storia e quelli che non la capiscono. Questi ultimi pensano che Rebecca sia un’adolescente egoista in cerca di problemi. Gli altri, invece, capiscono la sua sofferenza e vedono davvero tutto ciò che Rebecca fa per rendere consapevole Lucian dei propri sentimenti per lei. Di sicuro Tyger e Faye sono altri due personaggi forti del romanzo, sono il cuore della storia, anche la madre di Rebecca, così come la famiglia di Suse e Sebastian, gli amici più stretti di Rebecca. Creare i personaggi di una storia ti fa sentire un po’ come interpretare il ruolo di Dio. La gente potrà odiarti per il modo in cui fai accadere gli avvenimenti, o magari capirà il perché di una determinata scelta.

Quali tra i due protagonisti -Rebecca e Lucian- hai sentito più tuo e perché?

-Sono stato vicina a entrambi i, ma in modo diverso. Ero dentro Rebecca quando stavo scrivendo il romanzo e insieme a lei mi sono innamorata di Lucian che ho conosciuto lentamente, attraverso gli occhi di Rebecca.

In questo tuo libro, la figura del cosiddetto “angelo custode” viene da te rielaborata e presentata sotto una luce decisamente diversa rispetto ai soliti canoni a cui siamo abituati: ce ne vuoi parlare?

- La nascita è l’inizio, la morte è la fine, ma entrambi sono collegati a un cerchio. Quando è nata mia figlia più piccola, ho sentito che c’era “qualcosa” nella stanza. Questo qualcosa non sembrava un angelo custode, era come la presenza di un’ombra. Qualunque cosa fosse, mi sono innamorata dell’idea che qualche essere invisibile sia nato con noi, e senza il potere di proteggere e interferire con la nostra vita, ma facendosi carico di noi quando lasceremo la terra per andare nell’aldilà…

La domanda quindi nasce spontanea: tu credi all'angelo custode?

-Credo che tutto ciò che noi sogniamo sia possibile e realizzabile, almeno nella nostra fantasia, che è un universo senza confini e dove non esiste la parola “impossibile”.

Isabel hai nel cassetto nuovi progetti editoriali pronti a prendere vita?

- Si, certo. Ho già messo giù il primo capitolo, ma per il momento preferisco non dire altro. Vedrete...

Grazie davvero di aver condiviso con noi un po' del tuo tempo, è stato davvero un pomeriggio piacevole. Un abbraccio da me e da tutti gli amici del blog, che sono sicura aspetteranno, come me del resto, la pubblicazione italiana di un tuo nuovo romanzo.

-Grazie a voi per l'ospitalità. E' stato un piacere.

Traduzione a cura di Nicla Cardellicchio

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